Le escursioni sull'Etna sono molto varie, esistono sentieri natura tracciati dalla forestale, percorsi fotografici, trekking fra i boschi e trekking su per i sentieri ad alta quota. Alcune di queste escursioni si rilevano particolarmente indicate per una gita, altre sono un po' più tecniche e per gente un po' più esperta. Io posso indicarvi la via e darvi qualche consiglio, ma i responsabili delle vostre azioni siete voi stessi. Purtroppo molti tracciati in alta quota, che prima erano percorribili, adesso sono stati distrutti dall'ultima eruzione 2001 e le vie per giungere alle colate sommitali sono molto più impervie. Ricordate di essere sempre molto prudenti e di non avventurarvi da soli.
Sentiero di Monte Zoccolaro "versante Est"
Non distante da Zafferana Etnea questo ripido sentiero, che giunge fino alla vetta del Monte Zoccolaro, offre spettacolari panorami sulla Val Calanna, la Valle del Bove e sull'eruzione del 1991-1993.
Il percorso prende il via dal "Belvedere" posto alla fine della deviazione per Monte Pomiciaro sulla SP92 Zafferana - Rifugio Sapienza. Oltre il bosco di pioppi, cresciuto proprio sull'orlo della Val Calannache si apre alla nostra destra, un vasto frutteto di mela cola, poi un castagneto, un faggeto e ancora felci e ginestre.
Proseguendo verso Nord si giunge al Monte Calanna, circondato dalle lave del 1991-1993; da qui, dove la vegetazione lascia il posto al deserto lavico, si gode un panorama mozzafiato sulla Valle del Bove, i crateri sommitali, i Pizzi Deneri, la Serra delle Concazze e lo spuntone di Rocca Musarra. Proseguendo la risalita si giunge alla cima del Monte Zoccolaro, regno dell'aquila reale, del riccio,della volpe, della donnola e del coniglio.
Il percorso prende il via dal "Belvedere" posto alla fine della deviazione per Monte Pomiciaro sulla SP92 Zafferana - Rifugio Sapienza. Oltre il bosco di pioppi, cresciuto proprio sull'orlo della Val Calannache si apre alla nostra destra, un vasto frutteto di mela cola, poi un castagneto, un faggeto e ancora felci e ginestre.
Proseguendo verso Nord si giunge al Monte Calanna, circondato dalle lave del 1991-1993; da qui, dove la vegetazione lascia il posto al deserto lavico, si gode un panorama mozzafiato sulla Valle del Bove, i crateri sommitali, i Pizzi Deneri, la Serra delle Concazze e lo spuntone di Rocca Musarra. Proseguendo la risalita si giunge alla cima del Monte Zoccolaro, regno dell'aquila reale, del riccio,della volpe, della donnola e del coniglio.
Sentiero Schiena dell'Asino e Grotta di Pitagora "versante Sud"
La Valle del Bove è una grande depressione, creatasi dallo sprofondamento di un antico edificio vulcanico il "Trifoglietto", le cui pareti strapiombanti raggiungono l'altezza di 1000 metri: a Nord è chiusa dai rilievi dei Pizzi Deneri, di Rocca della Valle e dalla Serra delle Concazze, mentre a Sud è cinta dalle creste della Schiena dell'Asino, della Serra del Salifizio e dai crateri di Monte Pomiciaro e Monte Zoccolaro.
Sulle pareti si possono osservare i "dicchi", intrusioni magmatiche messe a nudo dall'erosione del terreno, mentre il fondo completamente privo di vegetazione offre alla vista varie gradazioni di grigio, dipendenti dalla diversa età delle lave che si sovrappongono. Un paesaggio lunare, due parti del quale, il Piano del Trifoglietto (ai piedi della Serra del Salifizio) e la Val Calanna (sopra Zafferana Etnea), fino a non molto tempo fa verdeggiavano di pascoli e frutteti, entrambi sommersi durante l'eruzione del 1991.
Uno dei punti migliori per ammirare la Valle del Bove e affacciarvisi dal costone della Schiena dell'Asino.
Durante il tragitto potreste trovare riparo nella Grotta di Pitagora, dal caratteristico ingresso triangolare. Questa grotta si trova alla sinistra del sentiero, qualche decina di metri di dislivello piu in alto. Tenete d'occhio il vostro lato sinistro (in alto!) per trovarla.
Superata la stazione Etna Sud - Rifugio Sapienza, proseguendo sulla SP92, proprio di fronte l'incrocio con la SP401 per Pedara c'è un cancello della Forestale oltre il quale si apre una sterrata in salita. Superato il boschetto di pini vi troverete in un'ampia radura lavica ricoperta dai cespugli di spinosanto; alla vostra destra potrete osservare uno splendido panorama fino allo Jonio.
Ancora qualche centinaio di metri e giungerete sulla cima della Schiena dell'Asino, alla estremità del Canalone Serra dell'Acqua. Nel silenzio più assoluto l'enorme bacino lunare della Valle del Bove si apre proprio sotto i vostri occhi: bocche quiescenti, dicchi, canali di scorrimento lavico, grotte, canaloni di sabbia, spessi strati di tufo. Uno dei più affascinanti ambienti naturali dell'Etna.
Sulle pareti si possono osservare i "dicchi", intrusioni magmatiche messe a nudo dall'erosione del terreno, mentre il fondo completamente privo di vegetazione offre alla vista varie gradazioni di grigio, dipendenti dalla diversa età delle lave che si sovrappongono. Un paesaggio lunare, due parti del quale, il Piano del Trifoglietto (ai piedi della Serra del Salifizio) e la Val Calanna (sopra Zafferana Etnea), fino a non molto tempo fa verdeggiavano di pascoli e frutteti, entrambi sommersi durante l'eruzione del 1991.
Uno dei punti migliori per ammirare la Valle del Bove e affacciarvisi dal costone della Schiena dell'Asino.
Durante il tragitto potreste trovare riparo nella Grotta di Pitagora, dal caratteristico ingresso triangolare. Questa grotta si trova alla sinistra del sentiero, qualche decina di metri di dislivello piu in alto. Tenete d'occhio il vostro lato sinistro (in alto!) per trovarla.
Superata la stazione Etna Sud - Rifugio Sapienza, proseguendo sulla SP92, proprio di fronte l'incrocio con la SP401 per Pedara c'è un cancello della Forestale oltre il quale si apre una sterrata in salita. Superato il boschetto di pini vi troverete in un'ampia radura lavica ricoperta dai cespugli di spinosanto; alla vostra destra potrete osservare uno splendido panorama fino allo Jonio.
Ancora qualche centinaio di metri e giungerete sulla cima della Schiena dell'Asino, alla estremità del Canalone Serra dell'Acqua. Nel silenzio più assoluto l'enorme bacino lunare della Valle del Bove si apre proprio sotto i vostri occhi: bocche quiescenti, dicchi, canali di scorrimento lavico, grotte, canaloni di sabbia, spessi strati di tufo. Uno dei più affascinanti ambienti naturali dell'Etna.
Crateri Silvestri
I Crateri Silvestri sono i crateri inattivi più famosi dell' Etna. Prendono il nome dal professore Orazio Silvestri e sono frutto dell' eruzione del 1892.
Le pareti di questi crateri sono molto ripide, dato il forte vento che a tratti soffia in questa zona è opportuno non avvicinarsi troppo perchè il vento potrebbe spingere proprio in direzione della voragine.
Lo spettacolo che si vede dalla cima di questi monti è meraviglioso, a sud si vede Catania e tutti i paesi che salgono fino a Nicolosi. A nord invece si vede il più grosso dei Crateri Silvestri con le sue ripide pareti che danno proprio sulla SP92, dietro è nascosta la bottoniera del 2001 e poco più a sinistra si vede tutto il piazzale del Rifugio Sapienza.
Le pareti di questi crateri sono molto ripide, dato il forte vento che a tratti soffia in questa zona è opportuno non avvicinarsi troppo perchè il vento potrebbe spingere proprio in direzione della voragine.
Lo spettacolo che si vede dalla cima di questi monti è meraviglioso, a sud si vede Catania e tutti i paesi che salgono fino a Nicolosi. A nord invece si vede il più grosso dei Crateri Silvestri con le sue ripide pareti che danno proprio sulla SP92, dietro è nascosta la bottoniera del 2001 e poco più a sinistra si vede tutto il piazzale del Rifugio Sapienza.
Gole Alcantara e Francavilla di Sicilia
Le Gole dell'Alcantara sono situate nella Valle dell'Alcantara in Sicilia. Sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri; il canyon naturale, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è stato scavato nel corso di migliaia di anni dall'acqua. L'ipotesi più accreditata è legata ad eventi sismici che, con un movimenti sussultorio-tettonici fecero letteralmente spaccare in due vecchi laghi basaltici formatisi dalla fuoriuscita di magma dalle fessurazioni , vecchie di 300.000 anni, dei basamenti pre-etnei, consentendo all'acqua del fiume di insinuarsi al suo interno. Questo fenomeno è evidenziato dal fatto che la struttura delle pareti (simile in alcuni punti a "cataste di legna" ed in altri a "colonne d'organo") è intatta e spigolosa.
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. Sul territorio di Motta Camastra in località Fondaco Motta si trova la gola più imponente e famosa dell'Alcantara, lunga per più di 6 km ma percorribile in modo agevole per i primi 3.
La particolarità di questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da una colata di lava basaltica (povera di silicio ma ricca di ferro, magnesio e calcio).
La lava si è poi raffreddata lentamente, permettendo di creare forme prismatiche pentagonali ed esagonali, che richiamano la struttura molecolare dei materiali che la costituiscono.
Da Messina percorrere la SS n.114 (che va fino a Catania), deviare presso Giardini Naxos verso la SS n.185, direzione Francavilla di Sicilia e dopo dodici chilometri si raggiungono le Gole dell'Alcàntara. Via Autostrada da Mesina: imboccare l'Autostrada A18 in direzione Catania ed uscire a Giardini Naxos. Da Catania: imboccare l'Autostrada A18 in direzione Messina ed uscire a Giardini Naxos. Dall'uscita dell'autostrada proseguire per dodici chilometri in direzione di Francavilla di Sicilia.
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. Sul territorio di Motta Camastra in località Fondaco Motta si trova la gola più imponente e famosa dell'Alcantara, lunga per più di 6 km ma percorribile in modo agevole per i primi 3.
La particolarità di questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da una colata di lava basaltica (povera di silicio ma ricca di ferro, magnesio e calcio).
La lava si è poi raffreddata lentamente, permettendo di creare forme prismatiche pentagonali ed esagonali, che richiamano la struttura molecolare dei materiali che la costituiscono.
Da Messina percorrere la SS n.114 (che va fino a Catania), deviare presso Giardini Naxos verso la SS n.185, direzione Francavilla di Sicilia e dopo dodici chilometri si raggiungono le Gole dell'Alcàntara. Via Autostrada da Mesina: imboccare l'Autostrada A18 in direzione Catania ed uscire a Giardini Naxos. Da Catania: imboccare l'Autostrada A18 in direzione Messina ed uscire a Giardini Naxos. Dall'uscita dell'autostrada proseguire per dodici chilometri in direzione di Francavilla di Sicilia.
Lago Biviere - Cesarò
Il Lago Biviere si trova nel comune di Cesarò ed è adagiato alle pendici di Monte Soro e Serra del Re a 1278 metri s.l.m. Per raggiungere il lago esistono più possibilità: da Longi il lago si può raggiungere passando per Portella Gazzana, proseguendo si attraversa in macchina il bosco di Mangalavite fino ad arrivare a Portella Scafi, da qui continuando ancora per un po' lungo la strada in terra battuta si arriva al lago Biviere.
Un'altra strada è quella che da Portella Gazzana scende verso Alcara li Fusi, ancora prima di arrivare ad Alcara li Fusi si svolta a sinistra per l'Eremo di San Nicola e si continua sulla strada asfaltata per circa 6 Km da questo punto in poi la strada prosegue in terra battuta fino ad arrivarre al un bivio dove le indicazioni ci segnalano che siamo arrivati al lago Biviere. Esistono altre strade per poter ammirare le bellezze del Biviere ma decisamente piu' lunghe se il punto di partenza è il comune di Longi.
Il Lago copre una superficie di 17,5 ettari, ha un contorno bagnato di 2,5 Km e può accumulare fino a 500.000 metri cubi d'acqua. Il Biviere rappresenta una zona umida di notevole interesse, sio per quanto riguarda la flora che la fauna. Durante la stagione estiva il lago è punto di ristoro e di riposo di numerose specie di uccelli migratori, inoltre rappresenta insieme al bosco circostante un microsistema di fondamentale importanza per la crescita e la riproduzione di una grande varietà di insetti ed animali.
Durante i mesi estivi passeggiando intorno al lago si possono vedere una miriade di rane che dal bordo del lago spiccano salti per tuffarsi e nascondersi nelle acque del lago, inoltre possono ammirarsi i numerosissimi pesci che lo popolano. Il panorama che si apre agli ochi del visitatore è meravigliosamente ricco, oltre alla bellezza del lago si può ammirare il massiccio delle Rocche del Crasto (dove ancora nidifica l'aquila reale e dove si può scorgere il suo volteggiare in alto in cerca di prede), il bosco di faggio che ricopre come un mantello verde Monte Soro, inoltre è visibile l'imponente massa dell'Etna alla cui sommità spesso si vedono pennacchi di fumo denso. attorno al lago si trovano molte varietà di fiori selvatici (fra i quali la Rosa Canina) che si alternano a numerosissimi cespugli di gustosissime more.
Un'altra strada è quella che da Portella Gazzana scende verso Alcara li Fusi, ancora prima di arrivare ad Alcara li Fusi si svolta a sinistra per l'Eremo di San Nicola e si continua sulla strada asfaltata per circa 6 Km da questo punto in poi la strada prosegue in terra battuta fino ad arrivarre al un bivio dove le indicazioni ci segnalano che siamo arrivati al lago Biviere. Esistono altre strade per poter ammirare le bellezze del Biviere ma decisamente piu' lunghe se il punto di partenza è il comune di Longi.
Il Lago copre una superficie di 17,5 ettari, ha un contorno bagnato di 2,5 Km e può accumulare fino a 500.000 metri cubi d'acqua. Il Biviere rappresenta una zona umida di notevole interesse, sio per quanto riguarda la flora che la fauna. Durante la stagione estiva il lago è punto di ristoro e di riposo di numerose specie di uccelli migratori, inoltre rappresenta insieme al bosco circostante un microsistema di fondamentale importanza per la crescita e la riproduzione di una grande varietà di insetti ed animali.
Durante i mesi estivi passeggiando intorno al lago si possono vedere una miriade di rane che dal bordo del lago spiccano salti per tuffarsi e nascondersi nelle acque del lago, inoltre possono ammirarsi i numerosissimi pesci che lo popolano. Il panorama che si apre agli ochi del visitatore è meravigliosamente ricco, oltre alla bellezza del lago si può ammirare il massiccio delle Rocche del Crasto (dove ancora nidifica l'aquila reale e dove si può scorgere il suo volteggiare in alto in cerca di prede), il bosco di faggio che ricopre come un mantello verde Monte Soro, inoltre è visibile l'imponente massa dell'Etna alla cui sommità spesso si vedono pennacchi di fumo denso. attorno al lago si trovano molte varietà di fiori selvatici (fra i quali la Rosa Canina) che si alternano a numerosissimi cespugli di gustosissime more.
Monti Sartorius "versante Est"
Quest'itinerario prende il via dal Rifugio Citelli (raggiungibile seguendo le indicazioni presso l'abitato di Fornazzo, vicino Zafferana Etnea) e si sviluppa attorno ai Monti Sartorius, sette crateri allineati nella tipica formazione a "bottoniera".
Il paesaggio è caratterizzato da radure di spinosanto e boschi di betulle e pino laricio, inframmezzati da bombe vulcaniche di notevoli dimensioni. Superato il Monte Frumento delle Concazze, uno dei più grandi coni avventizi dell'Etna, e il bosco di betulle ci si ritrova innanzi alll'immensa colata del 1865, scaturita proprio dai Monti Sartorius. Discendendo lungo il loro pendio tornerete al Rifugio Citelli, accompagnati dall'imponente profilo del Monte Concazze, proprio di fronte a voi.
Il paesaggio è caratterizzato da radure di spinosanto e boschi di betulle e pino laricio, inframmezzati da bombe vulcaniche di notevoli dimensioni. Superato il Monte Frumento delle Concazze, uno dei più grandi coni avventizi dell'Etna, e il bosco di betulle ci si ritrova innanzi alll'immensa colata del 1865, scaturita proprio dai Monti Sartorius. Discendendo lungo il loro pendio tornerete al Rifugio Citelli, accompagnati dall'imponente profilo del Monte Concazze, proprio di fronte a voi.
Sentiero Monte Nero degli Zappini "versante Sud"
Il sentiero si sviluppa sul versante sud dell'Etna intorno ai 1.700 metri di quota nell'area compresa tra Piano Vetore, Monte Nero e il demanio della forestale. Quest'itinerario mette in evidenza alcuni aspetti particolari del territorio e formazioni geologiche e botaniche di notevole interesse, infatti durante il percorso si possono osservare differenti tipi di colate laviche, coni eruttivi di antiche eruzioni, hornitos, alcune delle meravigliose piante endemiche dell'Etna quali la ginestra, la roverella, i pini larici pionieri.
Inoltre sarà possibile visitare la "grotta di S. Barbara" antica tacca della neve dove un tempo, veniva conservata la neve per poi essere trasportata a valle durante l'estate e il giardino botanico "Nuova Gussonea".
Quest'itinerario per le sue specifiche caratteristiche è particolarmente indicato per le scolaresche, non presenta nessuna difficoltà rilevante e ha la durata di circa due/tre ore.
Inoltre sarà possibile visitare la "grotta di S. Barbara" antica tacca della neve dove un tempo, veniva conservata la neve per poi essere trasportata a valle durante l'estate e il giardino botanico "Nuova Gussonea".
Quest'itinerario per le sue specifiche caratteristiche è particolarmente indicato per le scolaresche, non presenta nessuna difficoltà rilevante e ha la durata di circa due/tre ore.
Monte Serra Pizzuta Calvarina
Sicuramente uno dei sentieri più misteriosi del versante Sud dell'Etna. Percorso naturalistico di facile arrivo e percorrenza. Lasciata alle spalle la colata lavica del 1592 si percorre un breve e ripido tratto in salita tra alberi di Castagno e di Noci fino al giungere del sentiero che si dirama in varie direzioni, tutte incrocianti tra loro e che portano fino a quota 1701. Qui si può ammirare come l'eruzione abbia caratterizzato il monte e come nonostante il trascorrere degli anni e le innumerevoli visite dei turisti sia ancora possibile trovare tracce di bellissime e intatte bombe laviche. Lungo il sentiero si ha la possibilità di poter trascorrere una simpatica giornata pranzando sul posto presso rifugi di emergenza dotati di un confortevole camino e circondati da bellissimi alberi di pino laricio. Il Sentiero durante la sua percorrenza perfettamente circolare, offre una visuale incantevole del Mongibello e di tutte le bocche effimere aperte nel versante Sud. Proseguendo verso est in direzione di un grande cumolo di lave a corde. Si prosegue lasciando questo cumolo alla propria sinistra e dopo sessanta metri si incontra una lunga fessura nelle lave dove si trovano i tre ingressi di una grotta.
Trattasi di una galleria di scorrimento, cui si può accedere da due aperture nella volta (occorre una scaletta di cinque metri) o strisciando attraverso due distinti cunicoli laterali che sboccano nel fondo della frattura sopra menzionata. Il pavimento è di pietrame e terra. La volta in quasi tutta la grotta è alta più di due metri. La cavità è ben illuminata. Nel passato è stata utilizzata come ovile e vi sono stati costruiti diversi muretti a secco fra cui due che ancora ostruiscono parzialmente i cunicoli. Sotto la maggiore delle due aperture nella volta si osserva una rigogliosa vegetazione di muschi e felci.
Trattasi di una galleria di scorrimento, cui si può accedere da due aperture nella volta (occorre una scaletta di cinque metri) o strisciando attraverso due distinti cunicoli laterali che sboccano nel fondo della frattura sopra menzionata. Il pavimento è di pietrame e terra. La volta in quasi tutta la grotta è alta più di due metri. La cavità è ben illuminata. Nel passato è stata utilizzata come ovile e vi sono stati costruiti diversi muretti a secco fra cui due che ancora ostruiscono parzialmente i cunicoli. Sotto la maggiore delle due aperture nella volta si osserva una rigogliosa vegetazione di muschi e felci.
Grotta del Cassone
Scoperta nel 1964 durante i lavori di sbancamento della strada che collega Zafferana Etnea al Rifugio Sapienza del CAI (in realtà un albergo d'alta montagna) è lunga circa 300 metri e si è formata durante l'eruzione del 1792.
Nonostante l'apparenza l'ingresso è molto comodo e abbastanza ampio. Si scende su un accumulo di terreno dovuto ai lavori di sbancamento e si arriva ad una piccola saletta. Da qui si prosegue verso monte su una superficie formata da scorie saldate e che rappresenta la superficie dell'ultimo flusso presente nella grotta. Il tetto dapprima basso in alcuni punti, in seguito si alza notevolmente dando alla grotta l'aspetto di una galleria stradale. Il fondo passa contemporaneamente ad una superficie più liscia con una struttura a corde. Si tratta di una sorta di arricciamento della crosta simile a quella di un tappeto spinto contro un ostacolo ma arcuato con la parte concava nel senso del flusso. La grotta finisce in un punto in cui il tetto si abbassa fino a toccare il pavimento. Il flusso, in quel punto, non si è abbassato abbastanza in modo da permettere il passaggio. Dall'ingresso la grotta continua anche verso valle con un passaggio angusto per una decina di metri, passando sotto la strada, sulla sinistra del conoide di terra.
In questa grotta si possono osservare i denti di cane sul tetto, in alcuni punti del tratto iniziale, e dei piccoli rotoli nel tratto finale. Sulle pareti in alcuni punti è presente uno strato di lava saldata, che pertanto non ha formato rotoli, rotta in alcuni punti da alcune bolle di gas.
L'ingresso della grotta è a Piano del Vescovo, a 7 Km dal Rifugio Sapienza.
Nonostante l'apparenza l'ingresso è molto comodo e abbastanza ampio. Si scende su un accumulo di terreno dovuto ai lavori di sbancamento e si arriva ad una piccola saletta. Da qui si prosegue verso monte su una superficie formata da scorie saldate e che rappresenta la superficie dell'ultimo flusso presente nella grotta. Il tetto dapprima basso in alcuni punti, in seguito si alza notevolmente dando alla grotta l'aspetto di una galleria stradale. Il fondo passa contemporaneamente ad una superficie più liscia con una struttura a corde. Si tratta di una sorta di arricciamento della crosta simile a quella di un tappeto spinto contro un ostacolo ma arcuato con la parte concava nel senso del flusso. La grotta finisce in un punto in cui il tetto si abbassa fino a toccare il pavimento. Il flusso, in quel punto, non si è abbassato abbastanza in modo da permettere il passaggio. Dall'ingresso la grotta continua anche verso valle con un passaggio angusto per una decina di metri, passando sotto la strada, sulla sinistra del conoide di terra.
In questa grotta si possono osservare i denti di cane sul tetto, in alcuni punti del tratto iniziale, e dei piccoli rotoli nel tratto finale. Sulle pareti in alcuni punti è presente uno strato di lava saldata, che pertanto non ha formato rotoli, rotta in alcuni punti da alcune bolle di gas.
L'ingresso della grotta è a Piano del Vescovo, a 7 Km dal Rifugio Sapienza.
Monte Salto del Cane e Grotta di Monte Salto del Cane " versante Sud"
Da Nicolosi imboccate la via San Nicola e procedete in direzione Etna Sud. Circa 3 Km oltre il secondo bivio per Pedara, sulla destra si apre una stradella in salita, ove lascerete il mezzo di trasporto.
Da Pedara si percorre la strada che conduce a Tardaria sino alla radice di via Monte Po. Si percorre quest'ultima sino all'innesto con la strada che conduce al Rifugio Sapienza. Si segue quest'ultima in direzione nord per 4.5 Km.
Subito dopo una curva a sinistra, dal lato monte si diparte una stretta strada asfaltata riconoscibile dalla presenza di una sbarra. Si percorre questa strada sino al termine del tratto asfaltato. Ad est della strada si trovano i crateri del Monte Salto del cane. Proseguendo a piedi si passa oltre un primo cratere occupato da una vegetazione di grandi alberi e si raggiunge un secondo cratere con scarsa vegetazione cui ne segue un terzo assai più profondo e vasto. A livello della sella che separa questi due crateri, a mezza costa dal lato est è visibile l'ingresso della grotta.
Trattasi di una galleria di scorrimento, in buona parte crollata, lunga circa 10 m e larga all'ingresso poco più di 3.5 m. All'interno si nota una grossa massa di lava distaccatasi dalla parete ovest. Il pavimento è di lava a superficie unita in parte ricoperto da sabbia vulcanica. Il panorama è mozzafiato e spazia sulle lave del 1634, a destra, i Monti Silvestri e la Montagnola.
Da Pedara si percorre la strada che conduce a Tardaria sino alla radice di via Monte Po. Si percorre quest'ultima sino all'innesto con la strada che conduce al Rifugio Sapienza. Si segue quest'ultima in direzione nord per 4.5 Km.
Subito dopo una curva a sinistra, dal lato monte si diparte una stretta strada asfaltata riconoscibile dalla presenza di una sbarra. Si percorre questa strada sino al termine del tratto asfaltato. Ad est della strada si trovano i crateri del Monte Salto del cane. Proseguendo a piedi si passa oltre un primo cratere occupato da una vegetazione di grandi alberi e si raggiunge un secondo cratere con scarsa vegetazione cui ne segue un terzo assai più profondo e vasto. A livello della sella che separa questi due crateri, a mezza costa dal lato est è visibile l'ingresso della grotta.
Trattasi di una galleria di scorrimento, in buona parte crollata, lunga circa 10 m e larga all'ingresso poco più di 3.5 m. All'interno si nota una grossa massa di lava distaccatasi dalla parete ovest. Il pavimento è di lava a superficie unita in parte ricoperto da sabbia vulcanica. Il panorama è mozzafiato e spazia sulle lave del 1634, a destra, i Monti Silvestri e la Montagnola.
Sentiero Acqua Rocca
Il sentiero parte nei pressi dell'area attrezzata detta "Case del Vescovo"; in realtà, l'ingresso ufficiale del sentiero si trova in uno spiazzetto adiacente a una vecchia costruzione in cemento diroccata a quota 1375.
Qui, attraverso il varco presente nella recinzione (una scala in legno), è possibile trovare il segnale di inizio del sentiero. Procedendo lungo la traccia, si incontrano prima delle costruzioni rurali in abbandono e poi un ponticello in legno a quota 1448 metri, nelle cui vicinanze si trova una parete di pietra lavica incredibilmente liscia e levigata dall'acqua a quota 1438 metri.
Attualmente, l'acqua scorre sulla parete solo nel periodo di sciogliemento delle nevi. La parete è utilizzata dagli appassionati per effettuare delle arrampicate. Proseguendo lungo il tracciato, si arriva al di sopra della "cascata", una radura dove regna incontrastato un enorme faggio secolare. Questa prima parte del tracciato è adatta a tutti, percorribile praticamente in tutte le stagioni e non presenta particolari difficoltà. Da qui è possibile osservare un bel panorama del mar Ionio. Se volete affacciarvi sul ciglio della valle, dovete proseguire oltre il faggio e percorrere un ulteriore tratto leggermente più impegnativo. Si tratta di una salita su terreno sabbioso, non percorribile nel periodo invernale a causa della neve (a meno che non si possieda l'attrezzatura adeguata). Durante questa seconda parte della salita, il vostro sguardo sarà costantemente rivolto al terreno di fronte a voi a causa della pendenza. Alla fine, la valle si dischiude all'improvviso davanti a voi, con gli occhi che per qualche secondo faticheranno a comprenderne la vastità, passando dagli stretti spazi della salita alla grandezza della valle.
La cima del percorso è nota come Serra del Salifizio...quota 1711 metri.
INFORMAZIONI FORNITE DA: www.etnatracking.com
http://www.etnatracking.com/it/acqua-rocca-zappini
Qui, attraverso il varco presente nella recinzione (una scala in legno), è possibile trovare il segnale di inizio del sentiero. Procedendo lungo la traccia, si incontrano prima delle costruzioni rurali in abbandono e poi un ponticello in legno a quota 1448 metri, nelle cui vicinanze si trova una parete di pietra lavica incredibilmente liscia e levigata dall'acqua a quota 1438 metri.
Attualmente, l'acqua scorre sulla parete solo nel periodo di sciogliemento delle nevi. La parete è utilizzata dagli appassionati per effettuare delle arrampicate. Proseguendo lungo il tracciato, si arriva al di sopra della "cascata", una radura dove regna incontrastato un enorme faggio secolare. Questa prima parte del tracciato è adatta a tutti, percorribile praticamente in tutte le stagioni e non presenta particolari difficoltà. Da qui è possibile osservare un bel panorama del mar Ionio. Se volete affacciarvi sul ciglio della valle, dovete proseguire oltre il faggio e percorrere un ulteriore tratto leggermente più impegnativo. Si tratta di una salita su terreno sabbioso, non percorribile nel periodo invernale a causa della neve (a meno che non si possieda l'attrezzatura adeguata). Durante questa seconda parte della salita, il vostro sguardo sarà costantemente rivolto al terreno di fronte a voi a causa della pendenza. Alla fine, la valle si dischiude all'improvviso davanti a voi, con gli occhi che per qualche secondo faticheranno a comprenderne la vastità, passando dagli stretti spazi della salita alla grandezza della valle.
La cima del percorso è nota come Serra del Salifizio...quota 1711 metri.
INFORMAZIONI FORNITE DA: www.etnatracking.com
http://www.etnatracking.com/it/acqua-rocca-zappini
Sentiero Etna Nord - Grotta dei Lamponi
Uno degli itinerari più caratteristici del versante Nord dell’Etna, camminando su zone ancora vergini e sottoposte al continuo cambiamento grazie all'attività del vulcano, si scorgeranno bocche laterali del vulcano ormai spente, piante di alta quota, bombe vulcaniche, un territorio unico ed affascinante. Dal rifugio Brunek, ci si incammina in un sentiero che attraversa antichi pini segnati dal passaggio dell'uomo durante il periodo in cui venivano lavorati per l'estrazione del caucciù, poi si costeggia l’eruzione 2002 – 2003, per esplorare i crateri della “Bottoniera” (una serie di bocche eruttive in fila) e ammirare la colata lavica che ha tagliato in due la Pineta Ragabo. Lungo il sentiero Timpa Rossa ci si addentra attraverso un bosco di betulle, per giungere alle lave dell’eruzione del 1614 – 24, ed ammirare gli splendidi minerali che compongono il basalto etneo e le specie vegetali endemiche e tipiche della macchia mediterranea. Le lave del nostro percorso hanno dato origine a diverse grotte. Si visita una delle più belle: la grotta dei Lamponi, tunnel di 600 metri circa. La strada di ritorno si sviluppa al tramonto attraversando momenti di spettacolo naturale mai visto prima.
Sentiero Schiena dell'Asino - Piano dell'Acqua
Il sentiero inizia nel posteggio di "Schiena dell'asino", proprio all’incrocio con la Sp 92 che da Zafferana sale verso il Rif. Sapienza. Dopo una risalita del sentiero di circa 40 minuti si giunge sul crinale dove sul lato destro ha inizio il sentierino di discesa verso la Valle del Bove. Qui si ha
una pendenza molto elevata e un dislivello di circa 400metri. Sono consigliati i bastoncini telescopici in modo da potersi appoggiare meglio al terreno. Alla fine della discesa si giunge dentro la valle, dove si posso osservare i "dicchi magmatici", magma infiltratosi nel terreno che una volta crollato ha lasciato delle "torri" di lava solida. Il percorso è segnalato da molti omini di pietra e bastoni, ma tendenzialmente costeggia la parete meridionale della valle. Durante il percorso è possibile incontrare delle strutture di lava dalle forme particolari, che danno l'idea della forza del vulcano e
delle eruzioni. Il tracciato continua attraverso le lave per diversi km contrassegnato in seguito da segni di vernice rossi e gialli fino a Val Calanna dove li un ulteriore sentiero attraversa la lava che nel che dal 1991 al 1993 giunse a Piano dell’Acqua li dove avremo praticamente completato il nostro fantastico viaggio. Sicuramente uno tra i più affascinanti.
una pendenza molto elevata e un dislivello di circa 400metri. Sono consigliati i bastoncini telescopici in modo da potersi appoggiare meglio al terreno. Alla fine della discesa si giunge dentro la valle, dove si posso osservare i "dicchi magmatici", magma infiltratosi nel terreno che una volta crollato ha lasciato delle "torri" di lava solida. Il percorso è segnalato da molti omini di pietra e bastoni, ma tendenzialmente costeggia la parete meridionale della valle. Durante il percorso è possibile incontrare delle strutture di lava dalle forme particolari, che danno l'idea della forza del vulcano e
delle eruzioni. Il tracciato continua attraverso le lave per diversi km contrassegnato in seguito da segni di vernice rossi e gialli fino a Val Calanna dove li un ulteriore sentiero attraversa la lava che nel che dal 1991 al 1993 giunse a Piano dell’Acqua li dove avremo praticamente completato il nostro fantastico viaggio. Sicuramente uno tra i più affascinanti.